Mi appassionano le storie che raccontano spaccati di vita dalla prospettiva insolita e straniante di un oggetto, che lega inaspettatamente i personaggi e rappresenta spesso la chiave di lettura per capire qualcosa di più sulle loro vite, sulle loro aspettative e sui loro sogni.
Potrei raccontarvi il pomeriggio lento di una domenica toscana, quella di ieri ad esempio, proprio dalla prospettiva particolare di questa torta autunnale di pomi*, una torta soffice per la merenda, integrale, non troppo dolce, semplice.
*A casa mia i cachi, o kaki, o diosperi si chiamano pomi, da sempre. Non mi è mai riuscito bene pronunciarli kaki, perché con tutte le C aspirate che mi ritrovo il suono che ne vien fuori è più simile ad un sospiro che a una parola di senso compiuto.
E’ stata infornata subito dopo pranzo, nata dalla ricetta base di un quattro quarti, nata per regalare a Carolina una torta per il suo contest. Torta d’autunno, quindi nel mio immaginario una torta semplice, adatta alla merenda, rustica dal sapore integrale, con farina di farro biologica, zucchero di canna muscovado e l’aggiunta dei pomi, uno dei frutti che meglio rappresentano la stagione dei colori caldi e accesi, dell’odore dei camini e del bisogno ritrovato di qualcosa di rassicurante e conosciuto per merenda.
Seguendo le inquadrature e i cambi di scena come in un film, seguitemi in un primo piano sulla torta, che viene portata dalla cucina in un salotto già pieno di parenti, con luce soffusa e camino acceso. La torta è spolverata leggermente di zucchero a velo, quando passa lascia una traccia sottile di aroma di vaniglia e frutta, e tutti si voltano per capire da dove viene quel profumo buono.
Proprio mentre la torta viene posata sul tavolo, in mezzo a tazze scompagnate da tè, zucchero di canna, limone e cucchiaini, si apre la porta ed arriva il primo ospite tanto atteso, che per la prima volta entra in salotto nella sua carrozzina blu, l’ultimo arrivato, appena un mese, con un musino delicato e i lineamenti gentili, una vocina sottile e un nasino piccolo e cesellato.
In un angolo del tavolo, nella penombra, si taglia la torta, mentre tutti guardano altrove, raccolti a capannello intorno alla carrozzina a studiare ogni movimento del piccolo, uno spettacolo in prima visione fatto di smorfiette, occhietti che sbattono increduli e gridolini. Pian piano le fette di torta passano di mano in mano e arrivano fino ai nonni orgogliosi, riportando l’attenzione su un discorso giù inziato di nanne e pannolini.
Più in là la torta di pomi arriva al divano, dove qualche zio sta già programmando il pranzo di Natale, intervallando i discorsi con riferimenti a tasse, stipendi, crisi e soluzioni possibili. Quello è l’angolo delle discussioni serie, c’è bisogno di una fetta di torta per addolcire gli animi, per accompagnare una tazza di tè con tanto zucchero e limone.
Da fuori i fari di una macchina illuminano le finestre lasciate aperte, piccoli quadretti animati che risplendono nella sera, e pochi minuti dopo entra tutta avvolta in una sciarpa rosa e cappellino bianco in braccio a suo babbo quella che era la piccolina della famiglia, scalzata dall’ultimo arrivato.
Con decisione e una simpatia ridanciana conquista l’attenzione di tutti, si siede vicina alla torta, che ritorna ai suoi occhi la protagonista della serata. Boccone dopo boccone ne mangia tre fettine, alternando il gusto per la torta con i pomi zuccherini a sorsi avidi di acqua, bevuta con quel trasporto che solo i bambini hanno, quando si impegnano ad apprezzare ogni attimo.
La scena sul salotto si chiude dopo cena, quando le ultime fettine di torta rimasta vengono incartate e portate a casa per la colazione dagli ultimi che se ne vanno, amanti di tutto ciò che è integrale, proprio come la torta di pomi.
Ecco la ricetta per la torta di pomi, che sembra una torta di mele ma è ancora più autunnale: ha infatti il colore delle foglie secche e fruscianti, con gli accenti vivaci delle fettine di pomi.
Ho usato per la prima volta i cachi mela, un frutto straordinario, con la dolcezza morbida dei cachi e la consistenza e texture di una mela, perfetto per una torta semplice come questa.
- 3 uova
- 200 g di zucchero di canna muscovado
- 200 g di yogurt greco intero
- 1 cucchiaino di essenza di vaniglia biologica
- 200 g di farina integrale di farro biologica
- 10 g di lievito
- 1 pomo
- Preriscalda il forno a 180°C.
- Separa i tuorli dagli albumi e monta i tuorli con lo zucchero muscovado finché questo non si è quasi del tutto sciolto, formando una cremina densa e color caffè.
- Aggiungi lo yogurt greco ed un cucchiaino di essenza di vaniglia biologica, continuando a montare con le fruste finché non si è completamente amalgamato allo zucchero.
- Setaccia la farina con il lievito e aggiungila cucchiaio dopo cucchiaio, mescolando quel tanto che basta ad incorporarla.
- Monta le chiare a neve ben ferma e aggiungile all'impasto, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto.
- Sbuccia e taglia a pezzetti irregolari il pomo.
- Imburra e spolvera con la farina uno stampo rotondo da 24 cm, riempilo con l'impasto e spargi il pomo a pezzettini sulla superficie, cospargendo anche un cucchiaio di zucchero di canna.
- Inforna per 30 minuti in forno caldo e quando la torta è dorata e asciutta dentro (fai la prova con uno stecchino) toglila dal forno e lasciala raffreddare su una gratella.
- La torta ha un gusto integrale e rustico, se preferisci puoi cospargera con un po' di zucchero a velo prima della merenda.

E quindi quasi sul fotofinish riesco a partecipare al contest di una delle mie foodblogger e amiche preferite, Carolina di Semplicemente Pepe Rosa. Avete ancora tempo fino al 30 novembre per inviare le vostre proposte.
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